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Comunicato stampa

24 giugno 2025

ALTRE GARE

Prima uno stato febbrile, poi la rottura del casco del navigatore e nel mezzo altri problemi tecnici che hanno reso la vita dura al pilota di Possagno.

Doveva essere una festa, la partecipazione di Roberto Scopel ad un Rally San Martino di Castrozza che debuttava nell'International Rally Cup, ed invece la due giorni in Trentino ha portato in dote solo una lunga fila di bocconi amari. Si è partiti già ad inizio della settimana con uno stato febbrile importante che ha reso la vita complicata al pilota di Possagno, costretto ad affrontare in affanno la giornata di ricognizioni. Entrati nel vivo, con lo shakedown del Venerdì, il portacolori di EASI si trovava a fare i conti con una Citroen C3 Rally2, messa a disposizione da PRT e condivisa per l'occasione con Michele Visentin, che non lo voleva assecondare, mostrando problemi di natura tecnica che lo accompagnavano fino a fine giornata, comprendendo anche l'apertura nella spettacolo.


Doveva essere una settimana di divertimento” – racconta Scopel – “ed anche di vacanza per la mia famiglia. Mi sono invece trovato a fare i conti con una febbre alta che mi ha fiaccato, fino alla fine della giornata di ricognizioni. Non sono uno che molla facilmente, ringraziando mia moglie Jenny per la pazienza e per il supporto, così sono salito in auto ma la situazione è peggiorata. Durante lo shakedown sono emersi problemi alla frizione che ci siamo portati dietro anche nella speciale spettacolo. Diciamo che non eravamo partiti con il piede giusto.”


Ripartiti al Sabato i problemi sembravano essere risolti ma, sul primo passaggio della “Manghen”, la situazione precipitava rapidamente con un guasto al casco di un Visentin che si inventava l'impossibile, pur di riuscire a dettare le note al suo compagno di abitacolo.


Entrati nella prima prova del Sabato si è rotto il casco di Michele” – aggiunge Scopel – “e, chi conosce queste prove, sa bene il livello di difficoltà nel quale ci siamo imbattuti. Bisogna fare a lui un monumento perchè ha fatto di tutto, ha urlato ed ha cercato con ogni mezzo di guidarmi in un primo giro da dimenticare. Venti chilometri di prova senza note, è stato un incubo. Arrivati al termine eravamo cotti, tutti e due, e non nascondo che abbiamo pensato già al ritiro.”


Stringendo i denti, con la grinta e la determinazione del vero campione, Scopel affrontava tutto il primo passaggio a vista, giungendo alla service area con la speranza di cambiare rotta. Nonostante l'intervento dei meccanici, dopo soli due chilometri di trasferimento, i problemi alla frizione tornavano a farsi notare, consigliando al trevigiano di abbandonare la compagnia.


I ragazzi di PRT hanno fatto di tutto ma il problema alla frizione non è stato risolto purtroppo” – conclude Scopel – “così, dopo un paio di chilometri di trasferimento dal secondo parco assistenza, ci siamo fermati e siamo ritornati indietro. Grazie, di cuore, a Michele che è una persona davvero rara. Avrei voluto fargli una dedica speciale ma avrò modo per recuperare. Grazie a Roger Vardanega, a tutto il team, alla scuderia ed a tutti i nostri partners. Torneremo.”


San Martino da calvario per Scopel

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