
Niccolò Budoia
12 maggio 2025
ERC
Una gara strepitosa rovinata dalla rottura di un ammortizzatore, che lo ha costretto al ritiro. Ma tutti i discorsi per il campionato restano molto aperti.
Un maledetto ammortizzatore. È stato questo a separare Andrea Mabellini e Virginia Lenzi da un podio certo (e da una vittoria quantomeno possibile) al Rally Hungary, un secondo posto con vista anche su qualcosa di più che li avrebbe proiettati in alto anche nella classifica dell'Europeo.
Una battaglia sportiva lunghissima con Roope Korhonen, la possibilità concreta di giocarsi le ultime carte per le strategie differenti adottate nel corso dell'ultima giornata, 25 punti (almeno) a portata di mano. E invece un salto normalissimo che dietro nascondeva una pietra, presa da una serie di concorrenti senza problemi né rischi ma che per Mabellini ha significato la rottura di un ammortizzatore, quindi una foratura e la fine del sogno ungherese.
Ma non di quello europeo. Ora gli occhi di tutti gli appassionati italiani ma non solo, che li hanno seguiti con speranza lungo tutta la trasferta ungherese, sono puntati sul Royal Rally of Scandinavia. Anche quelli di Mabe e Virgi guardano lì, puntano a quelle strade larghe e velocissime dove vorranno di sicuro dimostrare che la velocità francamente impressionante dimostrata nel corso del Safari europeo non era messa lì a caso: "Stavamo spingendo, ma senza prendere rischi. Abbiamo tenuto un passo tremendo, sia noi che Roope. Poi è andata com'è andata", il commento di Mabe mentre andava a prendere l'aereo per l'Italia.
Alla faccia dell'asfaltista. Se per Mabellini fino allo scorso weekend il miglior risultato europeo sullo sterrato era il settimo posto arpionato l'anno scorso proprio in Ungheria, la prestazione di sabato e domenica ha riscritto le previsioni di molti. La crescita dei due lombardi è apparsa chiara a tutti, e quello che molti addetti ai lavori dello Stivale si sussurravano l'un l'altro con la paura che la scaramanzia li sentisse, oggi lo si può dire apertamente: Mabellini è fra i pretendenti al titolo europeo 2025.
E attenzione: a eccezione di Miko Marczyk, terzo a Veszprem, e di Mads Ostberg, secondo (ma ottavo al Sierra Morena), quasi nessuno dei pretendenti al titolo ha conquistato punti solidi in Ungheria. Jon Armstrong ha terminato decimo, Nikolay Gryazin non correrà tutte le gare del campionato così come Roope Korhonen (farà solo le trasferte sterrate), Yoann Bonato sarà solo su asfalto, Mille Johansson si deve sdoppiare nel Mondiale e salterà un'altra gara oltre all'Ungheria.
Insomma: se una rondine non fa primavera, un ritiro non fa una Caporetto. Il campionato è lungo e difficile, ma mai come quest'anno l'Italia dei rally può sperare. E tifare, e sostenere, e non vedere l'ora che arrivi la Croazia.
Classifica ERC dopo il Rally Hungary
Marczyk pti. 44
Ostberg 37
Gryazin 34
Korhonen 31
Bonato 26
Mabellini 24

Mabellini, in Ungheria la delusione non cancella le promesse
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