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Scritto da 

Niccolò Budoia

28 maggio 2025

CIAR

L'elenco del Due Valli è pieno di talenti e con 25 Lancia Ypsilon, ma vede anche il ritorno di Umberto Scandola. Un tuffo al cuore, pieno di emozioni.

Un Due Valli dall'elenco (e dal percorso) stellare, con Crugnola, Basso, Campedelli, Avbelj, Andolfi, Signor e Daprà fra i protagonisti principali della quarta tappa dell'Italiano e poi 25 Lancia Ypsilon che rilanciano con ancora maggior forza l'attesa per il Trofeo Lancia.


Da venerdì a Verona si inizia a fare sul serio, con il ritorno della corta ma spettacolare Alcenago, della classica San Francesco al contrario rispetto al verso classico e soprattutto di lei, la Prova per antonomasia. Erbezzo. Lunga, dannatamente lunga, da quasi 28 chilometri il venerdì al pronti-via e oltre 23 il sabato, quando i concorrenti la faranno nel senso inverso rispetto agli ultimi anni di presenza, prima che un problema a un ponte imponesse lo stop per sei lunghi anni. L'ultima volta che si è passati di lì era il 2019, e certo non c'erano Lancia in vista almeno nella gara moderna. Per questo i vari Pesavento, Pisani, Cogni, Di Pietro, Ardizzone, Mazzocchi, Kauppinen, Lengauer e tutti gli altri protagonisti del trofeo della Casa torinese faranno rinverdire una volta di più il mito. E occhio ovviamente a tutte le Rally4 non-Lancia: Rendina, Campanaro, Ferrari e soprattutto Hallberg ce ne faranno vedere delle belle, non volendo lasciare il palco solo alle Ypsilon.


Ma la notizia più bella forse è un'altra: il ritorno a Erbezzo, casa sua, di Umberto Scandola. Torna sulla Citroën C3 Rally2 di Sportec per quella che si annuncia una gara spot, poco dopo la scomparsa di papà Giuliano. Un signore vero, come Umby e Riccardo, ricordato a ogni piè sospinto dal rallismo veronese e non solo con affetto e un velo di tristezza. Ma venerdì Umby promette di dare gioia, ancora una volta, con lo stesso slancio di sempre.


Mi si permetta una licenza. Chi scrive ha scoperto Erbezzo nel 2018 (perchè non prima, mannaggia?), quasi per una sfida: l'accesso a passo Fittanze è scomodissimo soprattutto per chi come me avrebbe dovuto poi lavorare, e allora perchè non provare ad andarci? Partito da Treviso (anzi dal confine fra Treviso e il Friuli, per dire), due ore e mezzo di strada non sono bastate per arrivarci. Poi, sceso dall'auto, la sorpresa del freddo pungentino di lassù, tutto il contrario del tepore di pianura in quella metà ottobre. Lunghe passeggiate per vedere un po' com'era fatta sta strada, senza fantasia individuo la malga immortalata in ogni foto (lo sarà anche quest'anno, poesia in movimento). Il primo a passare è Umby. Che ne sapevo che era di Erbezzo, che quella era casa sua, che la gente lo sapeva e si era alzata dal letto quella mattina per andare a vedere cosa avrebbe combinato. Un passaggio fotonico, con le D-Mack. Un'emozione di quelle sorprendenti, di quelle che la gente ride urlando e urla ridendo, di quelle che quando passa la macchina devi raccontartelo come se quello accanto a te non l'avesse visto, che il passaggio potrà anche finire ma quella manovra non finirà mai. Gente entusiasta, gente incredula, in una parola felice.


Ecco cosa vuol dire Umby a Erbezzo. Felicità. Non corre da quasi un anno, sull'asfalto non ci torna da Roma 2021. Difficile che esca un risultato alla Umby, che possa vincere la gara di casa o la prova che l'ha visto crescere. Ma in buona sostanza chissenefrega. Il ritorno combinato di quel pilota e di quella prova allarga il cuore a chi sa che il rally non è solo cronometri e pressioni. Umby a Erbezzo è uno spettacolo, e un abbraccio a chi se lo perde.

Cosa vuol dire Umby a Erbezzo

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