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Scritto da 

Niccolò Budoia

2 luglio 2025

ERC

L'incrocio fra Italiano ed Europeo può dire molto, in entrambi i campionati.

Un incrocio pericoloso, una sfida esaltante, un vero e proprio parterre de roi. Questo Rally di Roma Capitale si annuncia straordinariamente interessante, a livelli che forse non riusciva a raggiungere da alcuni anni. Merito di chi ha pensato una gara da 207 km, con quattro prove in due giorni da oltre 30 km, ma anche della situazione che il rally trova davanti a sé a due giorni dal via che verrà dato accanto al Colosseo.


Nell'Italiano abbiamo Giandomenico Basso in testa e Andrea Crugnola a inseguire, con nove punti e mezzo di ritardo. Il varesino dovrà sfruttare il coefficiente 1,5 per recuperare quanto più possibile, ma Basso non si farà certo sfilare con facilità. Questa è forse la gara che preferisce nell'Italiano, fatta di prove lunghe (specialità della casa) e ricordi bellissimi, compreso il secondo posto 2018 che lo ha rimesso nella mappa dei rally italiani dopo che qualcuno lo aveva dato per pensionato, leit motiv che il ragazzo cinquantunenne gode a smentire. Ma anche Crugnola non è che arrivi a Roma con le gambe che tremano, anzi: negli ultimi due anni ha vinto due volte, nel 2023 ha vinto la gara e il campionato con tre rally d'anticipo. Insomma, occhio a quei due.


La prima variabile impazzita l'abbiamo persa di vista quest'anno, ma a nominarlo drizzano tutti le orecchie. Andrea Mabellini. Può giocare un ruolo nella sfida fra Basso e Crugnola (e tutti gli altri protagonisti del CIAR), perchè pur non prendendo punti CIAR può toglierne agli altri italiani. Ma dal suo punto di vista vale anche il contrario. Anzi, gli italiani saranno alleati tanto involontari quanto fondamentali nella sua rincorsa all'Europeo. Il blocco dei migliori ha deciso tutto di iscriversi all'ERC in modo da partire davanti, senza trovarsi le strade inondate di polvere e sassi soprattutto nel primo giorno. E così Crugnola, Basso, Simone Campedelli, Bostjan Avbelj, Fabio Andolfi, Roberto Daprà e Marco Signor sono tutti piloti che quasi certamente terranno a distanza dal podio una buona parte dei protagonisti continentali.


Ma detto degli altri, cosa aspettarsi da Mabe? Bella domanda. Nel senso: sappiamo che sull'asfalto è forte davvero, ma finora ha corso con gomme MRF che sul bitume caldo hanno pagato un dazio a Pirelli e Michelin. Con le Pirelli, dove andrà a posizionarsi? Di sicuro anche a lui serve recuperare parecchi punti: ne ha 21 meno di Miko Marczyk (non malaccio sull'asfalto, comunque) e cinque meno di Mads Ostberg (negli ultimi anni in difficoltà sull'asfalto), mentre gli altri rivali che a Roma possono essere pericolosi come Jon Armstrong, Efren Llarena, Simone Tempestini e Simon Wagner sono pericoli meno pressanti, almeno per il momento, nella classifica di campionato.


Tornando ai tricolori, una parte di loro li abbiamo già citati. Simone Campedelli ha a disposizione un boost con le prove lunghe di questo rally: riuscirà a sfruttare appieno le sue Michelin, con cui l'adattamento è stato forse più lungo di quanto qualcuno potesse aspettarsi? I dati di fatto sono questi: fra Targa Florio e Due Valli i tempi, buoni e molto buoni, sono arrivati. In Sicilia ha chiuso terzo assoluto e a Verona, prima del ritiro, è riuscito a chiudere in cima diverse speciali vincendo anche l'ultima sparata su San Francesco. Indicazioni positive, e in molti non vedono l'ora di vederle confermate.


Bostjan Avbelj viene da una gara difficile corsa a Verona, e corre con Elia De Guio (con cui poche settimane fa ha vinto al Taro) per un'indisponibilità di Damijan Andrejka. I tempi veronesi sono stati davvero sorprendenti, e non in positivo. Ma lo ha detto anche lo sloveno, quelle sono state due giornate nate e cresciute storte. Già in piazza Bra dava l'appuntamento a Roma, e gli occhi non mentivano: darà tutto, con la sua foga di sempre calmierata da una sicurezza che ormai lo accompagna da tempo.


Fabio Andolfi è atteso. A Verona il secondo posto è stato una manna dal cielo dopo il weekend drammaticamente difficile della Sicilia, ma Toyota non ha bei ricordi di Roma: l'anno scorso qui Giandomenico Basso fece una fatica di Sisifo per tutta la gara, chiudendo ottavo e terminando metà prove fuori dalla top ten. I test di questi giorni saranno fondamentali in tal senso, ma sia la squadra che il pilota savonese vorranno sicuramente dare una risposta per sè e per gli altri. Occhio, perchè la sua potrebbe essere la gara jolly.


Roberto Daprà viene da una Grecia deludente, per lui più che per gli altri. E non tanto per il risultato, ma per la riga infinita di forature (non sempre, anzi sarebbe da azzardare un "mai", per colpa sua) che lo hanno tanto lentamente quanto crudelmente estromesso dalla lotta per i posti che contano nel WRC2. L'anno scorso a Roma ha volato letteralmente: era un Roby diverso, un Roby che ancora doveva pienamente affermarsi, e prima di una penalità chiuse ottavo a mezzo minuto appena dal signor Hayden Paddon. Fu forse la prima svolta, poco dopo la sua vittoria al San Martino. Poi il podio di Verona e la vittoria di Olbia: e quest'anno?


Marco Signor vorrà proseguire nel mangiare punti a Bostjan Avbelj, leader per ora indiscusso del Promozione. Dopo il secondo posto veronese, a Roma dovrà cercare di vincere per riuscire a tenere in scia lo sloveno, e spingerà anche per tenere dietro Daprà. Dopo la crescita mostrata nel 2024 e confermata anche quest'anno, Roma sarà di sicuro molto importante per il resto della sua stagione.

Cosa aspettarsi dal Rally di Roma Capitale (spoiler: parecchio)

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